Di rececente ho letto quattro biografie e devo dire che mi hanno sorpreso un po' tutte.
Quello per il quale nutrivo un pregiudizio positivo era Kennedy, che invece dalla sua biografia risulta un grande stronzo. Opportunista e cinico, incapace, traditore.
Sulla Gruber (L'eredità) non avevo grandi aspettative, i suoi wuster impiantati sulla bocca non mi hanno mai fatto grande simpatia, ed invece il suo libro mi ha insegnato un sacco di cose (soprattutto sull'Alto Adige, più che su di lei).
Churchill, di cui sapevo proprio poco e che ho trovato tutto sommato un personaggio positivo (ma forse dipende dal biografo?).
Per finire Steve Jobs. Il libro è rimasto sul comodino di Lucia ed in giro per la casa per mesi. Lucia lo leggeva a rilento e commentava dicendo peste e corna del personaggio. Come molti miei amici sanno io non ho una grande stima dei prodotti Apple. O meglio, credo che siano anche buoni prodotti, ma che invece di comprare il prodotto compri la fighettitudine.
Devo dire che leggendo la biografia di Steve Jobs sono stato catturato. Il libro mi è piaciuto molto (ma questo è merito del Biografo). Ma sopratutto mi è piaciuta l'atmosfera della Silicon Valley degli anni 80, tra Apple II e Atari e le sfide dell'informatica...
Poi il suo personaggio mi è parso moderatemente negativo, ma anche ispirevole...credo di aver imparato delle cose.
Sicuramente ho confermato il mio giudizio su Apple e sull'approccio "filosofico" di Steve Jobs. Non fa per me. Sono un nerd senza gusto. Ma non condivido di avere un sistema chiuso, dove siano altri a decidere quali funzioni devono apparire nei miei menu...
Il design, la moda, l'apperenza sono per me dei modi per "truffare" la gente, che si proietta in immagini che non le appartengono, una sorta di "volere e non potere" come si dice in piemontese. Capisco chi dice che il design e l'arte sono affini. Ma non ne sono convinto. Il dessign è molto spesso un modo per rendere obsoleti oggetti che altrimenti andrebbero ancora bene, ma ci appaiono "brutti" e fuori moda, per farci trovare negli oggetti quella stima in noi stessi e quell'appartenenza che credo fortemente che dovremmo cercare in altro, non nei nostri vestiti, nei nostri cellulari e nelle nostre auto.
Quindi massimo rispetto per l'imprenditore e la sua capacità innovativa e realizzativa. Ma estrema lontananza dall'approccio filosofico.