L'ho fatto. Ho cancellato circa 7 anni di sms dal mio cellulare. 7 anni dei messaggi più belli che hanno meritato di restare nella memoria fino all'altro giorno quando, distrattamente, cercando di fare due cose in una, ne ho confermato la cancellazione...
Eppure ho l'impressione di ricordarli quasi tutti. C'era il messaggio di Simona cat sitter per un week end da casa mia in compagnia del mio gatto mentre io ero a fare il famoso 'anello' di Lauretta in Valle d'Aosta; i primi messaggi di Massimo in qualità di convivente ufficiale, di Massimo tanti, i più significativi e dolci; qualche sms con numeri, dati o ricette da ricopiare 'assolutamente' ma che la mia pigrizia ha fatto sostare a lungo tra i messaggi importanti. E poi tutti quelli intorno al 16 agosto 2006, nascita della primogenita Arianna Rugiada, evento che ha scatenato tantissimi amici e i più cari parenti. Non me li aspettavo così tanti e poi così gioiosi e commoventi in quei soli 160 caratteri. Anche gli sms per Simone sono stati tanti e tutti cancellati, tra i suoi chissà peché ricordo soprattutto quello di Maresa ('vi abbiamo pensato tanto...') che sapeva che eravamo all'ospedale.
La mia amica è partita. Per un posto lontano. Il Kazakistan che tutti noi abbiamo immaginato triste e grigio e invece pare lei ci si stia divertendo parecchio. Comunque. Ieri pensavo e lei immersa in una nuova lingua, il russo (e poi tante altre perché sono di tante nazionalità diverse le persone che sta incontrando e che stanno arricchendo la sua vita). Pensavo a lei perché mi sono trovata come in mezzo a tanti russi ieri. Sono andata a spostare gli arredi della scuola materna vecchia di novello vs la nuova. E i volontari che c'erano erano tutti locali anzi localissimi e fra loro ovviamente conoscenti amici e parenti. E si è attivato fra loro quel chiacchiericcio semplice e vivo che può nascere in un momento di questo genere quando si ha bisogno di parlare chiaro e in maniera spiccia 'passami quello', 'mettilo lì', 'uh che pesante' (immagino siano state dette cose di questo genere)...bene io non ho capito niente, ma proprio niente di questi loro scambi. Qualcuno ha provato anche a spiegarmi qualcosa circa una bellissima bici ritrovata durante questo lavoro. Niente. Come in mezzo ai russi, a Novello.
ah! la lingua parlata era il piemontese, credo.
Eccoci a Tartu, Estonia.
In questo momento io e Massimo siamo in albergo a 'nerdeggiare': blog, posta, collegamento skype per sentire i bimbi dai nonni...
Siamo partiti ieri dopo pranzo da Milano Linate, viaggio con la Baltic Airlines, low cost lettone; scalo a Riga (Lettonia) e arrivo a Tartu alle 9. Ci ha accolti un freddo non terribile e un aeroporto che ci ha ricordato quelli finlandesi di Vaasa e Tampere. Il nostro albergo, Villa Margaretha, segnalato positivamente su tripadvisor, è molto charming: si tratta di una casa di inizio '900 in stile art noveau, tutta in legno, molto accogliente e calda.
La cosa più bella della giornata: il pulmino a chiamata che dall'aeroporto ci ha portati fino all'albergo e forse voi non sapete come Massimo si esalti per il funzionamento dei servizi a chiamata.
Quella più brutta, anzi le due più brutte: aver dovuto pagare 20 euro per i bagagli da spedire, cosa che non era affatto chiara sul sito e aver scoperto che la sauna non è inclusa nella tariffa che paghiamo per il pernottamento in albergo...Massimo mi è diventato triste.
Olga bussa sul vetro. C'è la campanella ma lei preferisce bussare sul vetro. Di solito due volte: la prima sulla porta, poi non vedendoci arrivare sulla finestra. Tiene con una mano la maglia che si è messa sulle spalle per non prendere freddo, si piega in avanti per farsi vedere e per guardare dentro la stanza. Olga è gentile, spesso ci porta un po' di insalata dell'orto, qualche carota fresca, due fiori del suo giardino. Da quando è arrivato Simone sa che a volte sono da sola e mi aiuta portandomi la cena oppure semplicemente offrendomi la sua compagnia e una mano a tenere i bambini.Olga la sera dopo cena passa a trovarci per fare due chiacchiere. Olga è vedova, ma non è una vedova sola, nè triste. E' così viene a prendere il caffè da noi
Sono appena tornata dalla recita nataliza della scuola materna di Novello alla fine della quale sono salita sul palco vestita da Babbo Natale per dare i regali ai bambini...
sto leggendo survivor di Chuck Palahniuk, quanto è pazzo 'sto tipo? però mi sta prendendo troppo...appena ho 3 secondi cerco di leggere almeno qualche riga.
eccola qua la prima giornata di quelle tanto temute 'eh lì d'inverno fa freddo, non c'è niente, è triste, vedrai quando cambia l'ora...'.
Oggi dopo pranzo sono uscita per fare una passeggiata con arianna - per farla dormire - e faceva freddo, c'era anche quella nebbiolina che non permetteva di vedere nitidamente neanche il campanile dei Bergera; lo sguardo però ha potuto soffermarsi sui bei colori autunnali delle viti e le orecchie trovare il riposo nell'incanto del silenzio. Dove sta la tristezza in tutto questo? oppure: dove la gioia di passeggiare evitando cacche di cani e facendo lo slalom tra macchine parcheggiate sulle strisce pedonali? non metto in dubbio sia diverso vivere qui rispetto alla città, sicuramente a volte più difficile ma - per il momento - non vedo ragioni per pentirmi di questa scelta (a parte essere un po' troppo lontana da promod:-)) ).
Stasera prima di cena ero in cucina a fare le cose normali di sempre: mettere a posto le cose del nido di arianna, sistemare un po', inventare un gioco per stare un po' vicina a lei.
Da meno di una settimana è entrata a far parte della famiglia savino-infunti una piccola gattina.