Plovdiv è stata una scoperta.
Devo dire che avevo un certo pregiudizio verso la Bulgaria. Credevo di arrivare in un paese rimasto troppo a lungo nel buio del comuismo reale, e di trovarmi davanti le cose che si vedevano negli anni 90 nella Germania est o in Cecoslovacchia.
Invece il tutto è molto più simile all'europa occidentale, direi un po' più simile all'europa occidentale che all'Italia.
La prima cosa che si nota è la scarsità di tamarri. Ragazzi in giro ce n'è un sacco, con i loro stili e le le loro mode, ma non con l'atteggiamento aggressivo-bullista dei tamarri torinesi/italiani, non con la moda eccessiva ed ostentata...
La seconda cosa interessante è che Plovdiv è una città davvero affascinante, sia dal punto di vista storico culturale, urbanistico, di vita notturna.
La storia e la cultura
La storia esce da ogni poro di questa città (Philippopolis, per i greci). Ad ogni angolo c'è uno scavo con qualche resto romano, una lapide, una statua. Il parco al centro della città è pieno di statue originali, di alberi profumati, di persone che passeggiano, vecchietti che giocano a scacchi, giovani che limonano felici. Per essere un venerdì pomeriggio c'è un sacco di gente al parco a non far niente: settimana corta? ferie? disoccupazione?
La parte in assoluto più piacevole è la città alta. La definirei un incrocio tra Ston (Croazia), Mondovì Piazza (Cuneo), e l'Imbarchino (storico locale torinese sulle rive del Po).
Le strade e le case sono antiche, lastricate con un vecchio pavè di pietre taglienti. Chi porta i sandali o i tacchi deve fare molta attenzione.
Ad ogni angolo spunta un gattino striminzito, ogni porta è curata, accogliente. Le case sono fatte di blocchi di pietra e legno. Alcune hanno forme ricercate, la maggiorparte sono semplici case (oggi spesso b&b).
Ma pur essendo un'innegabile attrattiva turistica, il luogo non ha l'aria di essere un ciapa-turista (quell'impressione che hai andando a La Morra, a Santorini o a Mostar, tanto per citare tre posti). Qui i negozi sono veri, i bar e i ristoranti frequentati anche dagli abitanti del luogo.
Ma proprio come a Mondovì Alta (ehm, Piazza, scusate oh monregalesi), un sacco di case sono ancora da ristrutturare, un sacco di stradine sono da scoprire e portano ad orticelli con odore di fico maturo e finocchietto selvatico e suono cicale e ranocchie.
La vita notturna
Ad ogni angolo puoi salire su una scaletta di pietra e scoprire un'altra ala della città, un giardinetto con due tavolini ed un bar, con una vista mozzafiato sulla città giù in basso o sul teatro romano (costruito dall'Imperatore Traiano).
E proprio qui entra in gioco l'imbarchino. I locali hanno quell'aria rilassata dell'imbarchino. Non sono frequentati da gente tirata, con la bmw posteggiata sugli scalini e il vestito della festa. Ragazzi normali, chi chiacchiera, chi ride, chi si bacia, chi usa il pc... molto spesso c'è musica dal vivo. Ogni angolo è una scoperta.
Da segnalare l'assoluta assenza dei temibilissi suonatori di bonghi. No, seriamente, non è nè freakettona come toulouse, nè alla moda come un naviglio. Ma semplice e da scoprire.
Però, scendendo dalla città antica ci si può trovare nell'area un po' chich del ponte (uno strano ponte-galleria commerciale), con il novotel, i casinò, i martini-bar, i ristoranti trendy
Oppure dall'altro lato, la via pedonale con lo struscio serale, i ragazzi, le famiglie col gelato.
Urbanistica e gestione della città
Anche su questo aspetto nonostante le evidenti ristrettezze economiche, plovdiv si difende bene.
Il centro cittadino è pedonale. Fine. Non ZTL, aperto solo ai residenti, solo alle auto verdi, blu, gialle. PEDONALE e basta.
Ma stiamo parlando di chilometri. Io ho camminato a piedi per un'ora, in un'area tutta pedonale. E, ovviamente, la gente cammina, le strade sono piene.
Fuori dal centro (ma non solo la città vecchia, anche il centro "nuovo") ci sono dei viali ampi, spesso alberati. Sotto gli alberi qualche posteggio e poi una miriade di ristorantini, bar. Un po' come corso Traiano a Torino. Solo che dove a Torino ci sono le macchine, a Plovdiv ci sono i dehors. Ma in periferia, eh! Di fianco ai palazzoni sovietici.
La gente va tanto a piedi (la benzina costa come da noi, e lo stipendio è circa 1/4). I servizi pubblici sono quasi sempre pieni.