7:45 Forse perchè è presto, ma non ho proprio voglia di lavorare.
Non avevo neanche tanta voglia di accendere il computer, ma l'ho fatto.
A Mondovì ho trovato la bigliettaia in stazione più gentile di tutte le fs, ero il primo cliente (6.10), mi ha salutato, sorriso, porto lo scontrino da firmare senza scazzo... insomma tipo in un negozio... forse faceva la panettiera da piccola, lo stile non era proprio fs.
Ma questo viaggio ligure mi mette in quello che lucy chiama il mio MoodLigure.
8:20 Genova Pra, io penso al basilico, al pesto, alla campagna, ai profumi.
Invece ci sono dei palazzi beige su una collinetta, archiettto indiscutibilmente ligure, oblò in cemento davanti ai balconi per le case più chic, solo finestre per gli altri. Più sotto, condomini anni sessanta, un cavalcavia un po' consumato, con rottami abbandonati ai piedi dei pilastri.
A destra un porto turistico, protetto da un molo di cemento altissimo che nasconde l'orizzonte. Penso a @dany, alle sue immersioni sulle dighe foranee. Chissà se si immerge ancora?
A passo d'uomo l'Intercity Veloce per Roma Termini. Cartello su una fabbrica abbandonata: Genova Sestri. Ed è un continuo di frabbriche abbandonate, camioncini in sfacelo, terreni con appoggiati oggetti in disuso, palazzotti sghembi progettati da archietti liguri, palazzotti anni 60 in pianura (piano pilotis, negozi sotto i portici, mezzi chiusi), pezzi di ferrovia abbandonata, vecchi carrelli gialli a forma di 600, un bar un po' triste.
Per fortuna, dal lato del mare, le nuvole colorate di rosso corrono veloci verso Ponente.
Il mare è nascosto, ora siamo a Cornigliano, ed è un tutt'uno di macerie, piattaforme di cemento dall'aria minacciosa (nascondono sotto di sè qualche rifiuto tossico? degli alieni? delle fosse comuni di operai divorati dalla fabbrica?).
Ora il rumore forte del treno che passa sul ponte di ferro sul Polcevera (per la prima volta lo vedo con l'acqua), le gru, i camion che spostano la terra, tutto un fermento per demolire, ricostruire centri commerciali in stile finto marinaro, giardini con le palme e le pachine in ferro-cemento.
A Sampierdarena la città prende la sua forma più riconoscibile, mendo decandente, più città. Le case di genova ammassate ma fascinose, i piccoli viali, le piazzette dove si magia la focaccia, i terrazzini sui tessi, con i limoni e i mandaranci, il teatro modena.
Dal treno si vede la città dall'alto, la gente che cammina veloce per andare al lavoro, i pensionati con il carretto che escono dal mercato di via Cantore. Le persiane chiuse, quelle mezz'aperte che si sollevano dal basso.
Un signore legge "il giornale", un altro "il fatto quotidiano". Si ignorarno senza badare l'uno all'altro... almeno una polemica, uno sfottò... niente.
Ho fame, ma non voglio mangiare. Ieri mi sono nutrito di cappuccini della macchinetta, cappuciocc, cioccolata forte, bevande al gusto di caffè, e la sera avevo mal di stomaco. Credo sia la noia, più che la fame. Resisto.
Ora passiamo nella GenovaBella, avvicinandoci quasi alla GenovaBene di Albaro, Boccadasse, Quarto, Nervi, Recco. Il tempo passa velocissimo stamani. Se penso che sono sveglio già da 4 ore e sono appena le 9, mi sembra incredibile. Eppure il treno va pianissimo.
Mi pare di vedere decadenza ovunque... negli spazi abbandonati, pieni di avanzi, macerie, rottami (ho scoperto che in inglese si usa l'esperessione *derelict* per indicare uno spazio lasciato così, e secondo me è azzeccata ). Derelict: penso al nostro giardino. Dovrei fare qualcosa, ma i weekend non bastano.
Ioanna mi richiama al lavoro. Basta pensare.
Verso Spezia
Inviato da massimoi il 20 Gennaio, 2011 - 10:14