A proposito.
Avete mai letto uno di quegli abecedari per bambini?
La A di Albero, la B di Barca... e così via. Arrivata alla U io mi sono spesso stoppata perchè al posto dell'Uva è facile trovare l'Upupa... Io però non ne avevo mai sentito parlare!
Ecco a cosa serve questa esperienza: anche a vedere un upupa che vola e che becca il terreno cercando cibo nell'aiuola accanto a te...
E parlando di computer una notizia che impatta il mondo degli informatici.
La nostra chiocciolina qui si è trasformata in un cagnolino! Sabacka.
4 uova, un pizzico di sale, farina quanto basta a rendere l'impasto molto compatto e latte fino a creare una crema molto liquida.
La variante dolce prevede un cucchiaio raso di zucchero per ogni uovo utilizzato.
La nonna Palmetta mi ha spiegato che il trucco per la buona riuscita dell'impasto delle crepe (dalle mie part si chiamano palacincke) è mescolare gli ingredienti in questo preciso ordine e si eviteranno i fastidiosi grumi.
Con un mestolo prendere dell'impasto che verrà distribuito in una padella perfettamente oleata fino a coprirne la superficie.
L'Atabà sta ai kazaki come il Crai sta agli italiani.
La spesa è ancora un incognita.
Ancora non riesco a tradurre dal cirillico, c'è meno scelta e poi qui ci sono molti cibi diversi rispetto a quelli cui noi siamo abituati (ah, la mozzarella di bufala!) :-P. Anche le confezioni sono diverse: sale, pasta, zucchero e varie altre cose vengono messe in sacchettini di plastica e vendute in porzioni. Le verdure surgelate sono verdure surgelate (niente pacchetti o scatole); nel banco freezer ci sono vari contenitori da cui attingere (una manciata di cavolini di bruxelles, di piselli o di frutta...). Altro che IperCoop!
Avevo comprato al supermercato, nel reparto freezer, tra una confezione di pollo e una confezione di pollo, quelli che mi sembravano i dinosauri (di pollo) e mi era sembrata un'ideona per ingolosire figlia numero1 e figlia numero2.
Grande delusione ieri sera quando cuocendoli abbiamo capito dall'odore che non era pollo.
Prima settimana kazaka trascorsa. Siamo sopravvissute, stiamo bene. Ho solo bisogno di chiacchiere. Come immaginavo imparare la lingua sarà una delle mie priorità e comunque sono già riuscita a scambiare due parole con la fioraia (ci siamo comprate tre piantine a testa, una per ogni "donna" di casa) e con gli angurai (una coppia che vende solo angurie)...
Per contro mentre ero in coda al supermercato con figlia numero 1 al fianco e figlia numero 2 seduta sul carrello con una mega spesa, clienti, cassiera e poliziotto molto seri che mi guardavano attenti -sono tutti molto seri da queste parti!!!- ad un certo punto ho pensato.... e se non funziona la carta?!??!? HHHHHHHAAAAAAAAAAARRRGGGG!!!
Oh cavolo! Che faccio? Come mi spiego con questi qui? Piango? Rido? Faccio le facce simpatiche? Insomma, ad un certo punto ero terrorizzata poi il pos ha accettato la carta e tutto è andato bene.
Sospiro di sollievo della sottoscritta e di figlia numero 1 (alla quale avevo espresso la mia perplessità circa il buon funzionamento delle mie carte all'estero :-)
Mi guardo intorno in questa nuova dimora che ancora non sento troppo mia e poi mi sento a casa perchè ognuna delle persone cui voglio bene mi ha lasciato una piccola cosa che mi sta accompagnando in questo viaggio...
Disfando le valigie mi rendo conto che ci sono foto, biglietti, parole, libri, giochi...
La cosa più simpatica e strana che ho messo in valigia (rispondo alla tua domanda, amica mia!): il dono di un'amica che mi ha regalato una confezione di "coriandoli da bagno" a forma di cuore... minuscoli coriandolini che a contatto con l'acqua di sciolgono e diventano schiuma profumata.
Mai partire senza :-D
Avevo "attaccato" la città a ovest e non avevo previsto che a nord, proprio vicino a casa nostra, ci fosse il fiume! L'Ural si snoda attraverso la città, segnando il confine tra Asia ed Europa. Ieri transitavamo in auto o a piedi in Asia, poi tornavamo in Europa, poi un attimo in Asia, poi due passi in Europa... Uno spasso insomma... e pensare che io ho sempre vissuto come "determinante" il confine che separa Torino e Cuneo quando andavo trovare gli amici in langa!!! Non sto a raccontarvi quando andando in vacanza oltrepassavo il confine Piemonte-Liguria... 'na festa! Maritozzo (che non è chiaramente il dolcino marchigiano!) e che in questi giorni chiamiamo CDM (n.d.r.) ci ha portate tutte a spasso e devo ammettere che il centro città è grazioso (e pieno di stranieri che lavorano da queste parti).
Sull'Ural ci sono le spiagge (!) e la domenica è vivace: si fa il bagno, ci si tuffa dai ponti e la gente di inventa delle robe stranissime (per dare l'idea, il vecchietto che seduto su un gigantesco copertone e due racchette da ping pong utilizzate al posto dei remi, attraversa il fiume da sponda a sponda!).
Così è stato: ci siamo concesse una bella passeggiata.
Abbiamo scoperto nell'ordine:
- il parco, che in realtà è una fila di alberi piantati intorno ad alcuni reperti della guerra (carri armati, cannoni e perfino un aereo militare!). A Central Park ci sarà più verde ma un aereo così se lo sognano! ;-)
- scuola materna, scuola di non si sa che grado ma che è chiaramente una scuola, un insetto volante ciucciafiori che in Italia non esiste, auto mai viste (!).
- banchetto di frutta e verdura con signora Kazakissima e figlio che con pazienza e gentilezza ci hanno venduto cetrioli e susine (e hanno regalato un pomodoro a figlia numero 1!).
- e poi il caldo. C'è da non crederci che tra qualche mese saremo a zero gradi (e adesso ci sono quasi 50 gradi!).
Stasera siamo ripassate nel parco... abbiamo scoperto che è una delle mete preferite delle spose locali!
La sindrome mestruale è finita...
Oggi sono carica e all'alba del terzo giorno kazako ho deciso di caricarmi in spalla le bimbe e armata di passaporto (mai uscire senza!), dizionario russo e macchina fotografica vado ad esplorare i dintorni...
Tornerò carica di fotografie e di impressioni...
YYYYYYYYYYYYYYYEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Sto per trasferirmi. Vado a vivere all'estero. Una decisione difficile e sofferta ma necessaria. Una famiglia non può permettersi di vivere in due luoghi diversi della terra se vuole chiamarsi tale. E quindi lascio tutto.
Lascio una famiglia straordinaria e particolarmente speciale. Lascio gli amici, tante fantastiche persone che mi vogliono bene. Lascio un lavoro (e al giorno d'oggi non è così scontato!). Lascio la mia amata Italia, il suo cielo, il suo mare, il suo verde, le Alpi, la gnete, la cucina, la lingua, l'arte.
E sono un po' triste. Perché è bella la mia vita, e sono belle le persone che mi hanno circondata sino ad ora e perchè è bello questo paese.
Vado a vivere all'estero, ma col cuore, resto.