Lo so. Questo è soltanto il primo di una lunga, lunghissima serie.
Qualcuno si è dimenticato la porta aperta della Siberia e il freddo è arrivato.
E' successo.
Lo sapevo, lo sapevamo tutti e prima o poi doveva capitare. Meglio poi, forse, ma alla fine si impara a convivere con tutto.
Quindi ci si copre e si vive normalmente come se nulla fosse anche se la temperatura è scesa di circa 20 gradi in un solo giorno. Siamo a -15 di media e ben sappiamo che il peggio deve ancora arrivare. Il cielo però è sempre azzurro e limpido e questo forse ti fa affrontare un pò meglio l'impatto con la temperatura.
Aprendo la porta di casa in genere il primo commento è "fa freddino" ma per qualche minuto non ci si rende conto che ogni parte esposta all'aria inizia un lento procedimento di congelamento: il vento gelido arriva sul viso, sugli occhi.
Figlia numero uno era una perfetta streghetta nera e figlia numero due altro non poteva essere che una zucca arancione.
La mia strega e la mia zucca sono partite insieme, mano nella mano, hanno bussato timidamente a qualche porta e quando hanno capito il meccanismo hanno iniziato a divertirsi. Hanno riportato a casa un ottimo "bottino" che ci aiuterà ad addolcire i momenti difficili dei prossimi mesi ;-)
Hanno bussato alla mia porta tantissimi piccoli mostri. Per ringraziare della visita (e dello spavento :-D) ho offerto cioccolata calda e biscotti appena sfornati (40 tazze fumanti e 4 teglie di biscotti in un'ora!) ed è stato un successo: inizia a fare freddo e dopo un'ora passata all'adiaccio, una bevanda calda e un biscotto possono essere utili a ripartire carichi di grinta e di energia!
Arancione e Nero. E' finito halloween. Sono finite le zucche, i fantasmi, i pipistrelli, le streghe e i vampiri.
Rosso e Verde. Da oggi si comincia a pensare al Natale.
Dopo il boato, il silenzio.
Per un giorno mi è parso che questa città fosse diventata tutto ad un tratto silenziosa.
Anche nel caos, anche tra la gente, s'è parlato poco.
Passato lo shock iniziale (rientri a casa, telefonate concitate) siamo tornati tutti a vita normale; sono aumentati i controlli, i posti di blocco, gli sguardi furtivi per capire se chi incontri al bar è a posto o meno. E' strano immaginare che a pochi passi da casa tua un tizio abbia deciso che era giusto farsi saltare in aria e decidere della propria vita e magari anche di quella di qualche altra persona. Su questo argomento si potrebbero spendere parole e parole e parole ma non si giungerebbe a nulla.
Ora, mi rendo conto che forse la foto non rende troppo bene l'idea, ma quando l'ho visto e ho chiesto cosa fosse mi sono incuriosita: comprato e mangiato (sembro parodia della Parodi!).
La risposta giusta comunque è zucchina o zucchino (Cucurbita pepo). Di questa varietà non si parla neppure su wikipedia!
Ma l'epilogo di questo post è: mi fa ridere pensare di aver trovato al mercato di Atyrau (in un paese dove solo da un annetto si trovano varietà di frutta e verdura diverse da mele, patate, carote, cipolle!) una varietà di zucchini sconosciuta ai più; chissà che un giorno possa servirmi saperlo.
C'è sempre da imparare qualcosa nella vita.
A volte, leggendo un libro o un racconto o semplicemente un articolo leggiamo una parola che ci tocca, una frase che ci sconvolge. Un pensiero che letto in quel momento, in quel preciso istante della tua vita, ti colpisce più del libro stesso. E' quello che mi è capitato con l'ultimo libro letto, Vargas.
"...Poi una mattina, è fatta, hai superato il punto di non ritorno durante la notte e senza nemmeno rendertene conto: guardi fuori, passa una donna in bicicletta, c'è la neve sui meli, ti invade la nausea, il secolo ti chiama."
L'ho trovata. Chi mi conosce può capire l'emozione.
Quando anni fa Claudia me l'ha proposta non avrei mai pensato a questa dipendenza e invece l'aggeggio è così sensazionale che non ne ho più fatto a meno. Fino al Kazakhstan, chiaro!
Quando l'ho vista li, nel bel mezzo di un piccolo supermercato di Atyrau mi brillavano gli occhi.
La scopa magica.
Insomma, non ho resistito e l'ho comprata, di nuovo. Rosa per giunta. Scopa magica con stile.
La stessa promozione italiana la sto facendo da queste parti per raccontare a tutti quant'è utile e bella la scopa magica: "This is magic mop. You put this (indico la spugna) in the water, then you ttttrrrsssss (faccia corrucciata, mimo il gesto di tirare la leva strizza-spungna) and this frrrrssss (mimo il gesto dalla spugna che si libera dall'acqua in eccesso) e after magic mop is ready! You tac (appoggio la scopa al pavimento) and then you clean (mimo Cinderella che sorridente e allegra e vestita di stracci rassetta allegramente i pavimenti). If you want you can put in the water.... (corro all'armadietto dei detersivi, estraggo un detergente per pavimenti!) this!.
La scuola delle figlie confina con la scuola statale Lenin1, condividono giardino e palestra. Alla scuola Lenin1 tutti hanno la divisa (camicia bianca, pantalone-gonna nero), i maschi hanno la cravatta, le bambine più piccole enormi fiocchi bianchi applicati in testa. Sorridono come solo alla loro età si può sorridere. Gli adolescenti escono in gruppi e mentre le ragazzine parlottano ridendo tra loro, i giovanotti le seguono baldanzosi. Non sono sbrindellati come i nostri ragazzini: non masticano bubble gum, non hanno piercing, non urlano per la strada e hanno le scarpe allacciate e lo zaino sulle (due) spalle. Sono belli.
La scuola delle figlie segue il modello americano. Comunicazioni esclusivamente on line, incontri frequenti, brunch del sabato perchè le famiglie possano familiarizzare e... i compiti a casa.
Una bandiera gialla e blu sventola sulla porta presentando il Venezuela.
All'interno una moltitudine di suoni, di persone, di colori e... di cibo.
L'arepa con carne mechada, caraotas negros y gueso blanco fanno da sfondo a questo incontro con la comunità venezuelana di Atyrau. Si beve papelon con lemon. Si parla inglese, spagnolo, italiano, russo.
Mi sento confusa: sono al confine tra Asia ed Europa e sto scoprendo un pezzetto di Sudamerica!!!